Tutto quello che volete sapere sull’app “spesa facile”

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Sophie Ravel

Sophie Ravel

Nell’euforia e nel piacere rinnovato di uscire di casa dopo il covid, volevo fare una nuova esperienza: la spesa con lo smartphone e con l’app che scannerizza i prezzi. 

Eccomi al supermercato, con la mia bella mascherina: nessuno si accorgerà delle mie difficoltà. All’inizio sono indecisa se prendere questo grosso carrello in filo pesante con un blocchetto per mettere una moneta (l’idea di cercare la moneta mi fa rapidamente rinunciare) o il mini cestino su ruotine che sarà a disposizione dentro il negozio. Sono moderna e veloce quindi prenderò il mini cestino anche se la mia speranza di spesa sarà ridotta alla capacità di accumulo e poi sarà tutto schiacciato dentro. Poi avrò il mal di schiena perché è bassissimo, scaricare e caricare i prodotti sarà un bel su e giù, ma non fa niente, sono giovane oltre che essere moderna. Niente mal di schiena.

Ora sono con l’arma assoluta in mano e la mia spesa mi viene suggerita dall’app. Siccome l’IA non è nella mia testa, oggi volevo cambiare un po’, non prendere le solite cose. No, la lista mi fa rinunciare alla fantasia, non siamo qui per comprare d’impulso. Ok, prima scansione, il burro, ok, centrato, è un po’ più difficile che con il “Salva tempo” perché non c’è il raggio per scannerizzare, il sistema è fotografico e devo centrare orientando il telefono. Ce la posso fare. Anzi, vado spedita, non guardo più quello che c’è sugli scaffali, sono in mano al cellulare e l’app, come quando in città cerco la strada con Google map senza guardare i nomi delle strade sui cartelli. Sono moderna, significa che ho fretta. 

Arrivo alla barriera casse: qui però non mi vogliono lasciar scappare (giustamente) e quindi devo essere controllata. Ri-scannerizza per me una gentile cassiera: scarico e ricarico tutta la spesa sul tappeto cassa. Tutto va bene, ah no, non ho contato questa busta di cibo per gatti. Viene registrata la mia “distrazione” nel big data e ora probabilmente sarò ricontrollata ad ogni passaggio. Ricarico tutti i miei acquisti dentro a buste in plastica biodegradabile non compostabili. Abbandono il mio cestino, un’ultima acrobazia con le buste cariche per scannerizzare lo scontrino che mi dà il diritto di uscire e trascino il peso fino alla macchina, vagamente vergognosa e in pensiero: Il mio telefono è scarico! Eh sì, scannerizzare i prezzi consuma tantissima batteria! Notare per gli amanti dell’analisi ergonomica posturale che è impossibile spingere il cestino, usare il cellulare per lo scan dei prodotti, caricare le buste della spesa, scannerizzare lo scontrino, il tutto tenendo un bambino per mano. Ma non fa niente andrò a fare la spesa senza bambino. Sono moderna (?), sono senza figli.

In macchina, mi accorgo che ho dimenticato il pane (chissà come si fa a modificare la lista se è sbagliata…): non penso nemmeno a rientrare, devo prima ricaricare il mio cellulare, esaurito quanto me dalla spesa veloce con l’app…

 Peccato che Amazon non consegna il pane in due ore, avrei subito ordinato!

Sophie R.

Un breve questionario di 11 domande… importante per conoscere e migliorare l’esperienza di acquisto !!
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